A rendere particolarmente magico questo exploit ci sono gli ormai immancabili compagni di follia Denis Meluzzi (MonoMela) e Simone Baldini (IronBaldo). Stiamo diventando un trio di dementi (dove "dementi" è del tutto amorevole e affettuoso) che ogni tanto la mattina si sveglia e decide di fare qualche cazzata e di farla particolarmente bene. Ieri è stata una di quelle, ad esempio. Alle 7:30 i due discoli, ognuno con il proprio mezzo (handbike e monociclo) si sono incontrati al 105 Stadium e alle 7:50 io li aspettavo al cimitero dei Greci a Coriano. L'idea era quella di arrivare a Carpegna "ok, qualche km in più del solito, salita, ma ci sta. Alle 17 sarò a Rimini" così avevo detto a tutti. Passiamo per Croce, Fratte, salutiamo in lontananza Montegrimano e Mercatino Conca e poi di nuovo in salita verso Monte Cerignone, un piccolo borgo meraviglioso, dove occupiamo letteralmente la fontana del paese. Qui incontriamo due ciclisti non più giovanissimi che si interessano ai nostri mezzi, alle nostre storie e vogliono sapere da dove arriviamo e verso dove siamo diretti. Qui realizzo che non ci fermeremo semplicemente a Carpegna (non siamo mica dei beginners!) ma arriveremo sulla cima del Monte Carpegna. I due ci fanno i complimenti e uno di loro dice "io al Cippo non ci sono nemmeno mai arrivato". Sono proprio felice di saperlo! Iniziavo ad essere un pelino preoccupata, ma a quanto pare sono riuscita a non darlo a vedere ai quei due pazzi furiosi con cui mi ritrovavo. Riprendiamo verso il nostro destino (è proprio il caso di parlare così) non prima però di far fotografare i nostri tre bolidi e far girare un video della partenza di Denis con il suo monociclo.
Vi confesso che ho dei ricordi un po' confusi di alcune parti della giornata di ieri, penso mi perdonerete per questo.
Arriviamo, non si sa come, tra una pausa e l'altra, nel centro di Carpegna, dove troviamo il nostro compagno e manager MonoMela al telefono che organizzava la presenza di tutti e tre per l'indomani ad una conferenza stampa. Intanto Simo guarda la salita che porta al Cippo e mi dice "Nico, se guardi come sale qui ti senti male". Benissimo! Non vedevo proprio l'ora! Ho riso tutta la giornata. Per non piangere, davvero. E anche per non rovinare i sogni dei due fanciulli e soprattutto perché ormai ero nel bel mezzo della pista e non mi rimaneva che danzare fino a quando l'orchestra non avrebbe smesso di suonare. Inutile dire che la nostra salita, verso un deludente cartellone con Pantani (eh si, concedetemelo: mi aspettavo un monumento lassù!), è stata spezzata da tante, tante soste. Ma con i mezzi che ci ritroviamo è già un miracolo che al cartello terroristico che indicava il secondo tornante non abbiamo buttato la spugna e deciso di ritornare indietro. Per me in fondo poco male, perché dove c'erano i muri - ma muri veri, con una pendenza allucinante, per chi non lo sapesse - io scendevo e continuavo a piedi. Direi che un buon 90% se non di più l'ho affrontato così. Denis invece, tra un santo e l'altro, andava su con il suo ruotone e ci aspettava steso in mezzo alla strada, oppure seduto per terra a gambe divaricate con la testa a penzoloni, tipo bambolina di pezza degno del miglior film horror. Ma Simo! Simo è stato un eroe vero. La fatica che ha fatto la sa soltanto lui. Credo che il prossimo Iron Man lo farà con un filo di gas e il cuore davvero leggero. Arrivati in cima, la tanto attesa, sognata e bramata cima del Monte Carpegna, io e Simo alla vista del cartellone esordiamo entrambi con "è tutto qui?". Foto di rito e poi... discesa! Una discesa splendida. La Discesa Alla Cantoniera. Uno spettacolo. Strada stretta, da una parte bosco e dall'altra pratoni, poi immersi tra le piante e via sempre più veloci. Fino a Il Mandriano al Passo della Cantoniera dove, alle 16.30 del pomeriggio, finalmente pranziamo. La piada sfogliata ce la siamo concessi. Potevamo farlo a questo punto della storia. Anche qui hand bike, footbike e monociclo destano grande curiosità e in tanti fanno domande. Dopo i classici "ripartiamo tra cinque minuti" e "dai ancora cinque minuti", ci siamo. Andiamo verso casa. Alla partenza veniamo inondati di applausi "bravo!! Bravi!!" dalla gente che era al bar e da coloro che prendevano il sole sul prato dall'altra parte della strada. Fortunatamente a parte qualche brevissima salitella ci aspettava solo della gran discesa. Subito dopo la Cantoniera un gruppo di ciclisti che andava verso la direzione opposta ci ferma per un altro quarto d'ora di risate, aneddoti e foto. Passiamo poi Pennabilli e prendiamo per Maciano, poi Novafeltria, Villa Verucchio, Corpolò, Vergiano e FINALMENTE Rimini. Sono le otto di sera. Guardo Denis e Simone e con le poche forze che mi sono rimaste esclamo "12 ore insieme...e io dovrei vedervi anche domattina?". 100 km e 2000mt (sottolineo 2000mt) di dislivello. Hanno tentato di uccidermi, ne sono quasi certa. Ora capisco il perché de "il Carpegna mi basta". Basta anche a me. Alla grande! Scherzi a parte: è stata dura, è vero. Ma è anche stata una giornata bellissima, con due amici scemi, ma speciali :) il messaggio di ieri sera dell'amico Denis che mi scriveva "Sei stata molto brava, complimenti" non ha prezzo.
Ah... ovviamente in queste 12 ore abbiamo studiato almeno altre due avventure da affrontare insieme, perché in fondo abbiamo capito che non è mai abbastanza.